Fight Club
Onestamente sono combattuto.
Fight Club è uno di quei libri (e film, ma quello ancora mi manca) di cui senti parlare costantemente, adorato, incensato e via dicendo che ti chiedi come possa essere realmente: quando poi lo affronti non capisci se i tuoi gusti sono agli antipodi rispetto a quelli di molti, se ti sei perso qualcosa nella lettura o se, semplicemente, non è il libro per te.
Cerco di chiarire il mio pensiero.
Non è scritto male, anzi: certo lo stile è convulso, a volte persino soffocante, ma è una scelta ben precisa che rende bene l”ambientazione che Palahniuk vuole rendere; allo stesso modo le situazioni sono interessanti e la svolta presa dalla vicenda negli ultimi capitoli è assolutamente intrigante.
Eppure non mi sono sentito “preso” né “conquistato”: ho avuto costantemente la sensazione che stesse per arrivare qualcosa “di più” e quel “di più” non è mai giunto.
Ci sono punti pregevoli, citazioni da trascrivere e spunti interessanti, ma non uniti in modo tale da farmi gridare al capolavoro o al “gran bel libro”.
E’ stata una lettura interessante e probabilmente (smaltita un bel po” di coda di lettura) darò altre possibilità all”autore che, senza dubbio, di cose da dire ne ha.
Al momento, però, non vado oltre.
Eresia! Non hai davvero visto il film? E io ti conosco?!
Tsè. Rimediare, bisogna rimediare.
Del libro però nemmeno io sono rimasta entusiasta purtroppo, quella sensazione di non venir presi o conquistati è spiacevole.
Kiss,
_L*_
ah ecco, vedi. anche io non ho ancora visto il film, né letto il libro, ma da tanto tempo attendo di fare entrambe le cose…poi ti faccio sapere.
@LadyA: prima o poi 😉
@Wide: poi fammi sapere!!! 🙂
non sempre le cose che piacciono agli altri possono prendere tutti…
mi capita spesso con libri che mi prestano e mi segnalano come capolavori…
Sì, pure a me… ma ogni tanto ci provo 😛
A me piace molto lo stile di Palahniuk, ma trovo che Fight Club sia ben poca cosa (meglio il film, che ha il valore aggiunto di due ottimi attori).
Del buon Chuck io consiglierei Soffocare (di cui invece sconsiglio fortemente il film), Cavie (che è una raccolta di racconti, un incrocio tra Decameron e i reality show) o Invisible Monsters.
Non so se ti metterebbero più in sintonia con lo stile dello scrittore, ma forse ci potrebbe essere quel "di più" di cui sentivi la mancanza.
Anche le varie raccolte di articoli (Portland Souvenirs, La scimmia pensa la scimmia fa) potrebbero essere interessanti per chi cerca un Palahniuk diverso, meno narratore satirico-grottesco e più collezionista di aneddoti e particolarità in giro per il mondo…
Buono a sapersi, grazie 🙂