La luce fantastica
Se “Il colore della magia” mi aveva lasciato freddino, posso dire tranquillamente che con “La luce fantastica” ho iniziato a capire il motivo per cui tanti elogiano il buon Terry Pratchett. Il romanzo, che riprende direttamente da dove si era interrotto il precedente, è un continuo susseguirsi di scene ironiche o comiche, inframmezzate da spunti di riflessione neanche tanto nascosti.
L”ironia di Pratchett è intelligente, contorta, a volte non immediata, ma indubbiamente non scontata: la sua capacità di generare metafore ed immagini imprevedibili è assolutamente ammirevole e, sicuramente, l”aver fornito una trama più solida a questo romanzo ha aiutato parecchio.
I personaggi cominciano a diventare più completi, ad assumere caratteristiche più chiare che spero vengano poi approfondite in romanzi successivi: al momento si può certo dire che Duefiori è definitivamente il personaggio più candido ed ingenuo mai comparso in un romanzo moderno, che Squotivento è l”eroe più improbabile che si possa pensare, che un Bagaglio magico può essere un gran compagno di viaggio e che Cohen il Barbaro è invecchiato abbastanza bene ed ha un gran gusto in fatto di donne.
La trama?
Misteriosamente salvatisi dal salto oltre il bordo del Disco, Squotivento e Duefiori si trovano catapultati in una situazione di cui non sanno assolutamente nulla… peccato siano i soli che possano risolverla.
Tra maghi fin troppo ordinati, rosse guerriere, barbari in pensione, troll-che-non-mangiano-uomini-ma-li-masticano, una Morte magari non affascinante come quella di Gaiman ma parecchio più esilarante (e che non sa giocare a Bridge) lo scopo è solo uno: capire come salvare il Mondo Disco da quella minacciosa stella rossa che cresce sempre più in cielo.
Ci riusciranno?
PS: nota MOLTO negativa per la traduzione, cosa che in molti hanno già fatto notare. E’ inaccettabile che un traduttore degno di questo nome traduca non so quante volte “silicon” con “silicone” quando è evidente che si sta parlando di silicio, così come è evidente che molti spunti ironici siano andati persi nell”adattamento. Dicono che letto in originale sia un altro libro e che i volumi seguenti siano comunque stati gestiti meglio. Verificherò entrambe le cose.
quasi quasi lo riprendo in mano, dopo questa tua recensione. Ricordo che quando ne presi uno rimasi delusa, non capivo cosa ci fosse di divertente. e lo leggevo pure in originale…ma se cominciasse a piacermi, sai che pacchia: ne ha pubblicati tantissimi!!! 🙂
Azz, che responsabilità :))))
Ti dirò, da quel che ho capito si tratta di un vero e proprio crescendo nei romanzi: il colore della magia ha lasciato freddo anche me, ma questo un po’ di sorrisi me li ha strappati.
Speriamo nei successivi 🙂