Cuori chiusi
Un ragionamento che mi capita di fare ogni tanto, guardandomi più o meno intorno.
Osservo un po” di persone e mi chiedo una domanda probabilmente banale e semplice, ma spontanea: perché chiudere il cuore?
Perché racchiuderlo tra mura spesse, così che non venga né toccato, né sfiorato?
Certo, la risposta più semplice ed immediata è “per proteggersi”, “per non farsi male”, “per difesa”.
Eppure mi sfugge qualcosa.
Proteggersi da cosa? Dal dolore? Dalla delusione? Dal male che può fare donarsi alla persona sbagliata?
Ma che assurda cazzata è questa?
In sostanza mi si dice che è preferibile tarparsi le ali e smettere di volare così da non rischiare di cadere?
E’ meglio non sentire la gioia, non cercarla, non assaggiarla neanche un istante per la paura che scompaia o non arrivi?
E’ meglio, in sostanza, sopravvivere nell”assenza piuttosto che vivere nella ricerca?
E’ così?
No, per favore, no.
Non cadete in questa trappola.
Non permettetevi mai di inaridirvi a tal punto.
E’ vero, rischiate di farvi male.
Molto male.
Anzi, voglio essere sincero, vi farete sicuramente male.
Più volte.
Per dirla tutta, capiterà sicuramente che vi facciate più spesso male che bene.
Ma non importa.
Davvero, non sono pazzo, non importa.
Dal dolore si guarisce.
Si impara a conoscerlo, lo si supera, lo si sconfigge.
Ma il premio, il premio che avrete in cambio vale ogni lacrima che dovrete pagare.
Ogni sofferenza, ogni goccia di sangue sudato nel rialzarvi in piedi saranno ripagati da un singolo secondo di quel volo.
E quando di nuovo cadrete e di nuovo vi rialzerete scoprirete di poter volare ancora più in alto.
Ed ancora di più.
Sempre di più.
E quel volo è l”unico vero motivo per vivere.
L”unico.
Cadere fa male.
Tanto.
Ma ci si rialza più forti.
Chiudere il cuore non fa male.
Mai.
Ma prima o poi smette di battere, senza che ce ne si accorga.
Davvero credi sia una cazzata?
No, non lo è.
Il dolore fa male, il dolore spaventa. E’ più naturale non volerlo provare; è più che naturale volersene proteggere.
Questa non è una cazzata: si chiama banalmente istinto di sopravvivenza.
Che poi alla lunga ciò ti faccia morire prima ancora che tu sia morto davvero, è vero, ma è un altro discorso.
Ci vuole del coraggio a rialzarsi.
Ce ne vuole per poter ricominciare.
Ce ne vuole per rischiare. E ce ne vuole ancora di più per accettare il rischio che possa andar male di nuovo, e ritrovarsi con la faccia a terra e le mani sanguinanti di nuovo, e il cuore a pezzi di nuovo.
_L*_
E’ una cazzata nel senso che alla lunga non ne vale la pena: può sembrare utile, naturale come dici tu all’inizio, ma prende la mano e si rischia di non liberarsene più.
E’ una cazzata perché l’assenza di certe emozioni finisce di essere peggio di qualunque dolore.
Qualunque
Non è facile, per niente.
E’ vero, ci vuole coraggio, tanto.
Ma ci vuole coraggio per praticamente ogni cosa valga davvero la pena da fare in vita.
Fa paura? Da pazzi.
Lanciarsi di nuovo da una qualsiasi altezza dopo che si è caduti penso sia una delle cose più spaventose a cui si possa pensare.
Ma ne vale la pena.
Sempre.
E’ vero… ma a volte è difficile lasciarsi andare.
Spesso le emozioni positive fanno troppo male, e risulta più facile proteggersi da ogni cosa.
Spesso si ha paura di essere felici. Si crede di non meritarselo.
E non c’è nulla di più sbagliato.
Chiunque ha diritto di puntare alla felicità ed averla.
Chiunque.
Dipende dalle esperienze passate, Aries…
Quando il dolore è troppo grande, è difficile affrontrarlo di nuovo.
Lo so, so cosa intendi, lo so bene.
Ma rimango convinto che prima o poi vada fatto, davvero.
Difficile senza dubbio, ma comunque da fare.
Il mio cuore è bello aperto e batte forte, ma nel caso smettesse di farlo posso sempre autodefibrillarmi.. 🙂
Scusa la digressione poco seria ma volevo cominucarti ufficialmete che sono tornata!! 🙂 (nel mio blog, dico..)
Baci baci
Era anche ora, pigrona! 🙂