Di sogni, distruzione, deliri e cambiamenti
Seduto in una sedia dura e scomoda, all’una di notte, in una stanza d’ospedale, nel tentativo di star sveglio il più possibile e di cercare di evitare che lui si tolga l’ossigeno per la ventesima volta da quando sono qui.
Leggere Sandman in queste condizioni è quanto meno particolare, più di quanto sia già di solito; mi trovo a leggere le vicende delle incarnazioni del Sogno, del Delirio e della Distruzione, a condividere i loro dubbi, a scoprire le loro riflessioni.
E’ un numero che parla di cambiamento e di diverse facce della stessa medaglia, argomenti che conosco piuttosto bene.
Il cambiamento lo sentivo arrivare due o tre mesi fa: l’avevo scritto, lo stavo pregustando, lo stavo accogliendo a braccia aperte intuendone le dimensioni e l’importanza; ho sempre detto, e ne sono tuttora convinto, che il cambiamento è sempre un bene: aiuta a crescere, evolversi, migliorare e completarsi ogni volta di un nuovo tassello; sono assolutamente convinto che non riuscirei mai a vivere un’esistenza senza cambiamenti, sia piccoli che grandi.
Quel che però spesso nei miei pensieri passa in second’ordine è che il cambiamento ha un’altra faccia della medaglia, una faccia che spesso spaventa chi finisce per temerlo; il cambiamento, soprattutto se importante, difficilmente è dolce e graduale come un vento primaverile: i veri cambiamenti sono tempeste tropicali, uragani, tsunami che stravolgono il terreno che si trovano davanti, sollevano il più possibile, buono o brutti che sia, e lasciano alle proprie spalle un nuovo spazio da scoprire, esplorare e su cui costruire.
Il cambiamento che sentivo è ancora in atto e penso stia entrando nel vivo: ora l’uragano inizia a colpire, ora ci si deve aggrappare il più possibile per non farsi portare via e per non affogare nelle ondate; qualcosa si salverà, qualcos’altro no e da lì si ricostruirà.
Sarà un bene, ne sono convinto.
Ma ora si inizia a pagare ed il conto è ancora incerto.
Sembra una lettera dal fronte…anzi, è una lettera dal fronte, scritta da un soldato in prima linea che combatte una battaglia grande e commovente…
Marcy
…sorpresa ad ascugarmi una lacrima. Un abbraccio.
Qualcosa che conosco molto bene amico mio…
Sembra che la vita, ad un certo punto, si voglia riprendere tutto ciò che ti ha donato, schiacciandoti come un gigante potrebbe fare con una formichina.
Per fortuna gli uragani, per quanto potenti, non durano per sempre.
Ti sono vicina e ti abbraccio forte
Se si vuole vivere, se si vuole evolvere, bisogna essere pronti ai cambiamenti.
Aver paura è normale ma, come hai detto sempre tu, chi si fa dominare dalla paura può solo sopravvivere, e questo non significa vivere.
Siamo nati per vivere, non per sopravvivere semplicemente…
@Marcy: grazie mille…
@Laretta: abbraccio ricambiato
@Cate: ti sento, grazie amica mia
@Hibernia: in che punto ho parlato di paura nel mio post?