Ed alla fine venne una citazione

Questa è una di quelle serate in cui potrei scrivere di tutto e niente.

Potrei cazzeggiare domandandomi quanto impiegheranno a prendermi per pazzo in piscina vedendomi canticchiare invece di espirare mentre nuoto a dorso.

Potrei inveire conto l’enorme quantità di imbecilli che riescono a darsi appuntamento in una fiera affollata.

Potrei parlare di quanto sia piacevole cominciare a tagliare un po’ di rami secchi: piacevole per me, ovviamente, non certo per i rami.

Potrei smadonnare verso i gatti che stanno facendo la lotta sulle mia gambe in questo preciso istante.

Potrei accennare a quanto, a volte, anche questo blog possa starmi stretto, non potendo scriverci veramente tutto quel che vorrei o che mi verrebbe istintivo.

In realtà non farò nulla di tutto questo: non per mancanza di voglia, anzi, sono convinto che qualcuno di questi argomenti salterà fuori presto o tardi in questo spazio; però non stasera.

Stasera sento che il mio umore non mi permetterebbe di approfondire né argomenti di cazzeggio né altri più seri nel modo in cui amo fare di solito, che si noti o meno.

Così ho deciso di affidarmi ad una citazione: in realtà l’istinto sarebbe quello di citare di nuovo Cyrano, dopo averlo rivisto l’altra sera e dato il periodo in cui lo sento ancor più mio del solito, ma non sarà qualcosa tratta dal capolavoro di Rostand.

Ieri infatti ho letto l’ultimo numero di Sandman ed, al solito, Gaiman è riuscito a colpirmi con un’unica frase che voglia regalare a chiunque passi di qui:

"Quando sogni a volte ricordi, quando ti svegli dimentichi sempre"

Chissà cosa scorderò domani al risveglio?