Per evitare un errore
C’è un qualcosa che da tempo mi costringo a non fare o a fare il minimo possibile, dopo che mi sono reso conto di quanto sia facile caderci ed altrettanto facile non accorgersene: si tratta del dare qualcosa o qualcuno per scontato.
A pensarci è una "debolezza" piuttosto comune: quando si ha qualcosa di bello ma che viviamo quotidianamente, quando abbiamo accanto persone speciali ma che non "latitano" mai, ecco che rischiamo di darli per scontati; diventa facile scordarsi la loro importanza: loro ci sono, è assodato ed è come se la cosa non potesse mai essere messa in discussione, dimenticandoci così dell’immensa fortuna che abbiamo solo per la loro presenza.
Peccato che facendo così si rischia di sminuirne il valore e, nel caso di pesone, di non farle sentire apprezzate per quel che sono e per quel che ci danno, finendo col ferirle: involontariamente, certo, ma una ferita è tale anche se non procurata con la volontà di far del male.
E quante volte capita nella vita di ognuno? Amici, colleghi, fidanzati, mariti, mogli, figli, genitori, amanti: basta pensarci un attimo e ci si renderà conto di quanto spesso ci scordiamo di dir loro quanto sono importanti, quanto la nostra vita sarebbe più vuota senza di loro, quanto abbiamo bisogno di loro per essere completi.
Non è imbarazzante, davvero.
Non è neanche segno di debolezza.
E’ solo ed esclusivamente uno dei tanti segni d’amore che non costa assolutamente nulla e regala un calore immenso.
E’ importante però cercare di fare questo dono a coloro che realmente lo meritano e non solo a chi ha un "ruolo" predefinito che, magari, non viene neanche adeguatamente "rispettato": è fondamentale capire chi davvero ci dona qualcosa di sé giorno per giorno e, magari, non ce ne accorgiamo a dovere.
Una soluzione, forse ridicola, forse strana, forse difficile perché richiede totale onestà con se stessi, c’è ed è quella che cerco di mettere in pratica io e che consiglio di provare a chiunque se la senta.
Fermatevi un istante.
Concentratevi su una persona in particolare (e poi, ovviamente, potrete farlo con altre).
Pensate a quanto durante il giorno o la settimana questa persona sia stata nei vostri pensieri.
Poi pensate a quante volte, sempre durante lo stesso periodo di tempo, la stessa persona ha influenzato positivamente o negativamente il momento che stavate vivendo o, allargando, il corso stesso della vostra giornata o (a volte capita) della vostra vita.
Alla fine immaginate di cancellare quella persona all’improvviso dalla vostra quotidianità, eliminandone così gli effetti sulla vostre giornate: puff, sparita, scomparsa, svanita.
Come sarebbe la vostra vita? Cosa cambierebbe per voi? Come stareste?
Occhio che un semplice "mi dispiacerebbe" non è sufficiente: anche pestare un escremento per strada genera dispiacere, qui si parla di ben altro.
Se sarete sinceri, VERAMENTE sinceri, potreste rimanere stupiti da ciò che scoprirete, in positivo ed in negativo: potreste scoprire che qualcuno che chiamate amico è solo un peso sul vostro umore, oppure che una persona che sembra un semplice conoscente è ormai un vero amico o, ancora, che qualcuno è amico di nome e ben altro di fatto.
Qualunque cosa scopriate non tenetela per voi; se potete tagliate i rami morti ma, soprattutto, fate sapere a chi rimane quant’è importante per voi: ditele grazie, ditele ti voglio bene, ditele ti amo, ditele ciò che vi sentite, ma fatelo col cuore; renderete felice l’altra persona e, ve l’assicuro, starete meravigliosamente anche voi.
Un’idea banale? Una faciloneria? Un eccesso di buonismo?
Può essere, certo… ma voi provateci, cos’avete da perdere?