A noi vivi

Il primo romanzo in assoluto scritto da Heinlein, rimasto inedito fino a pochi anni fa, pur risalendo alla fine degli anni ’30.

Eppure definirlo romanzo è assolutamente azzardato, dato che la vicenda portante è senza ombra di dubbio né timore di smentita un semplice giustificativo per un qualcosa di ben più grande: la descrizione, o per meglio dire la PRIMA descrizione, che l’autore fa di ciò che ritiene un futuro ideale, la sua personale Utopia.

In questo libro si trovano i semi di tutta la produzione più matura di Heinlein, da Straniero in Terra Straniera a Lazarus Long, passando (in piccola parte) per Universo: la dimostrazione che certe idee erano ben radicate fin dall’inizio della sua carriera e lo accompagnarono per tutta la sua vita.

La trama, dicevo, è molto semplice ed una mera scusa per descrivere questo futuro del 2086: un pilota della Marina, Perry Nelson, finisce fuori strada nel 1939 e si trova catapultato all’improvviso nel 2086, trovandosi costretto ad imparare a conoscere questo nuovo mondo che si trova di fronte.

Ma di che tipo di mondo parliamo? Un mondo dove chiunque è libero di seguire la propria religione, ma in cui nessuna religione ha diritto di influenzare un governo, un mondo dove i gusti sessuali ed i rapporti interpersonali sono ESCLUSIVAMENTE fatti di chi li vive ed in cui la correzione viene prima della punizione; un mondo, ancora, in cui pur essendo viva l’imprenditoria privata tutti i cittadini hanno diritto ad una rendita minima (chiamata “eredità “) sufficiente per vivere degnamente ed in cui il lavoro è assicurato a tutti coloro che vogliano integrare tale “eredità “; un mondo dove la cultura è accessibile a tutti coloro che la desiderino.

Un mondo, in fin dei conti, che non sarebbe fatto male poter assaggiare.

Intrigante, tra l’altro, il modo in cui è stato descritto il futuro della fine del 1900 (soprattutto in Europa), ovvero quel che per l’autore era il futuro prossimo e per noi un passato ancora caldo; certo, ovviamente la maggior parte delle previsioni si è rivelata sbagliata nei fatti, ma non così tanto nella sostanza (considerando che, ad esempio, aveva già  immaginato una possibile “Europa unita”).

Non semplice, date le lunghe trattazioni economiche e politiche (e nonostante la non eccessiva lunghezza del volume), ma una lettura assolutamente affascinante: mi sento di consigliarla vivamente.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Coubert ha detto:

    consiglio accolto, per quel che ho letto finora Heinlein mi piace moltissimo.

  2. Aries ha detto:

    Immaginavo ti saresti incuriosito, dato che hai appena letto anche Straniero in terra straniera 🙂

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