Da Tom
Molte delle canzoni più belle hanno qualcosa di speciale: può essere un testo particolarmente toccante, una musica evocativa e coinvolgente o, nel migliore dei casi, possono essere entrambe le cose.
Ma in casi rari la bellezza di una canzone risiede nella sua capacità di evocare immagini quasi fossero fotogrammi di un film, nella sua "potenza narrativa", se così posso chiamarla, anche e soprattutto nel raccontare la normalità.
Tom’s Diner, di Suzanne Vega, fa sicuramente parte di questa categoria.
Già il fatto che si tratti di una pezzo cantato "a cappella" la rende molto intima, autunnale, come una ripresa amatoriale in bianco e nero; se poi aggiungiamo un testo che racconta dei pensieri che avvolgono la mente del/della protagonista mentre sta seduto (o seduta) al "Tom’s Diner" in attesa di prendere un treno direi che il gioco è fatto: una canzone che, nella sua semplicità, riesce sempre a toccare una piccola corda nascosta in me, che mi fa venir voglia di chiudere gli occhi, perché le immagini che racconta fluiscano direttamente nella mia mente… e perché quelle piccole note di amarezza dei versi alla fine non si perdano nella quotidianità delle altre immagini.
E’ in radioblog… buon ascolto.
Dice l’uomo al bancone
Tutto vero quello che dici.
L’assenza dell’accompagnamento sottolinea il susseguirsi disordinato dei pensieri.
Perché, a pensarci bene, nessuno di noi riflette avendo nelle orecchie un’orchestra…
…ah, che bella canzone mi hai fatto ricordare!
buon 25 aprile!!!
:-))
@Fully: hai colto in pieno, come sempre 🙂
@glasss: Sono sempre contento quando aiuto a rievocare qualcosa di bello 🙂 Buon 25 aprile a te!