Da Tom

Molte delle canzoni più belle hanno qualcosa di speciale: può essere un testo particolarmente toccante, una musica evocativa e coinvolgente o, nel migliore dei casi, possono essere entrambe le cose.
Ma in casi rari la bellezza di una canzone risiede nella sua capacità di evocare immagini quasi fossero fotogrammi di un film, nella sua "potenza narrativa", se così posso chiamarla, anche e soprattutto nel raccontare la normalità.

Tom’s Diner, di Suzanne Vega, fa sicuramente parte di questa categoria.

Già il fatto che si tratti di una pezzo cantato "a cappella" la rende molto intima, autunnale, come una ripresa amatoriale in bianco e nero; se poi aggiungiamo un testo che racconta dei pensieri che avvolgono la mente del/della protagonista mentre sta seduto (o seduta) al "Tom’s Diner" in attesa di prendere un treno direi che il gioco è fatto: una canzone che, nella sua semplicità, riesce sempre a toccare una piccola corda nascosta in me, che mi fa venir voglia di chiudere gli occhi, perché le immagini che racconta fluiscano direttamente nella mia mente… e perché quelle piccole note di amarezza dei versi alla fine non si perdano nella quotidianità delle altre immagini.

E’ in radioblog… buon ascolto.

Sono seduta al mattino
Al caffè all’angolo
Sto aspettando al bancone
Che il tizio mi versi il caffè
 
E lo versa solo a metà
E prima che io possa lamentarmi
Lui guarda fuori dalla finestra
Qualcuno che sta entrando
 
“E’ sempre bello vederti”
Dice l’uomo al bancone
Alla donna che è appena entrata
Lei sta scuotendo l’ombrello
 
Ed io guardo da un’altra parte
Mentre si salutano e si baciano
Faccio finta di non vederli e mi verso il latte
 
Apro il giornale,
C’è la storia di un attore
Che è morto mentre beveva
Non l’avevo mai sentito nominare
 
Così guardo l’oroscopo e cerco le strisce
Quando sento che qualcuno mi sta guardando
Così alzo la testa:
C’è una donna lì fuori
Che guarda dentro
Mi vede?
 
No, non mi vede veramente
Vede solo il suo riflesso
E sto cercando di non notare
Che si sta sollevando la gonna
 
E mentre si sistema le calze
I suoi capelli si stanno bagnano
Oh, questa pioggia
Continuerà tutta la mattina
 
Mentre sento le campane
Della cattedrale
Penso alla tua voce…
 
Ed al pic-nic di mezzanotte
Una volta,
Prima che la pioggia cominciasse
 
Finisco il caffè
E’ ora di prendere il treno

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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3 risposte

  1. fully53 ha detto:

    Tutto vero quello che dici.

    L’assenza dell’accompagnamento sottolinea il susseguirsi disordinato dei pensieri.

    Perché, a pensarci bene, nessuno di noi riflette avendo nelle orecchie un’orchestra…

  2. glasss ha detto:

    …ah, che bella canzone mi hai fatto ricordare!

    buon 25 aprile!!!

    :-))

  3. Aries ha detto:

    @Fully: hai colto in pieno, come sempre 🙂

    @glasss: Sono sempre contento quando aiuto a rievocare qualcosa di bello 🙂 Buon 25 aprile a te!

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